sabato 25 ottobre 2014

Il M5S sostiene i lavoratori e le piccole e medie imprese. Il PD no!!!

Martedì 21 ottobre 2014, durante la plenaria di Strasburgo, popolari e socialisti hanno scoperto le carte. Durante il dibattito sulla conferenza sul lavoro di Milano, gli esponenti del 'partito unico' hanno affilato le armi e messo insieme grano e paglia: difeso la flessibilità cattiva e fatto fuori quella buona.
Con il Jobs Act, Renzi vuole rendere più facili i licenziamenti e promuove la flessibilità che rende precaria la vita delle persone e ne svuota la naturale propensione alla costruzione di un progetto di vita. Con i suoi parlamentari europei, Renzi si appresta anche a votare la fiducia alla Commissione Junker, quella che con Katainen non ammette le flessibilità buona, quella cioè che permette agli Stati di fare investimenti, necessari per la crescita, fuori dal vincolo del 3%. Ecco le conseguenze politiche del Patto del Nazareno: far governare in Italia direttamente la Merkel, l'unica che a Milano ha apprezzato il Jobs Act, l'unica che ancora difende le politiche di austerità.
Un po' meno a carte scoperte ha giocato uno dei rappresentanti europei del PD, Brando Benifei, che, incalzato da parte del M5S sul come possono essere incentivate le piccole e medie imprese ad assumere se in Italia sono strangolate da una pressione fiscale che arriva al 70%, è riuscito a malapena a balbettare che la domanda "non è pertinente"


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