domenica 19 ottobre 2014

Crisi economica e reddito di cittadinanza: come far ripartire il Paese

Crisi economica e reddito di cittadinanza: come far ripartire il Paese.
I dati raccolti dal Censis nel suo "Diario della transizione" fotografano un Paese nel pieno della tempesta economica. Nessuna ripresa in vista se non si agisce sulle vere cause della crisi italiana, che è anche crisi europea ma non più occidentale in senso lato. Usa, Regno Unito e Giappone, infatti, tra alti e bassi, sono da tempo usciti dalla recessione e hanno ricominciato a crescere.
Il Censis ha il merito di far luce sulla situazione del risparmio in Italia. I cittadini italiani hanno pensato giustamente di tutelarsi, nel bel mezzo di una crisi lunghissima, esasperata dalla suicida politica economica europea. "In un contesto così difficile, con crescita e occupazione che non ripartono, gli italiani pensano sia essenziale proteggersi in caso sopravvenga una malattia, la perdita del lavoro o semplicemente per fronteggiare le spese impreviste", tanto che la propensione ad accantonare quote crescenti del reddito ha portato ad un incremento del 9,2% in termini reali della massa finanziaria fra 2007 e 2014.
In altre parole, gli italiani non solo guadagnano meno, a causa anche dell'esplosione della disoccupazione, ma risparmiano in misura crescente ciò che incassano dalla loro attività lavorativa o di impresa.
Una delle principali intuizioni del grande economista John Maynard Keynes fu che il risparmio non si traduce necessariamente in investimento, al contrario di ciò che pensavano gli economisti classici. Significa che la parsimonia, qualità virtuosa se considerata per il singolo individuo, diviene un flagello per l'economia se all'improvviso tutti iniziano a risparmiare buona parte delle proprie entrate. Le economie del Sud Europa, in particolare, si trovano nella situazione in cui a causa del continuo e disperato risparmio su redditi sempre più bassi, crollano i consumi e le vendite, e quindi anche gli utili delle aziende. Se le aziende non fanno profitti sono costrette a reprimere i costi (i salari nello specifico), ridimensionare la produzione e quindi licenziare i lavoratori non più necessari.
Quello che ci dice il Censis attraverso i suoi dati, perciò, è che l'Italia, insieme a molti altri Paesi, è entrata in un circolo vizioso di bassa spesa privata, bassi utili e bassi investimenti. A tutto ciò si aggiunge che le banche, per paura di creare altri buchi di bilancio in seguito a prestiti non restituiti, stringono i cordoni della borsa. È il cosiddetto credit crunch.
È evidente che da questa tragica situazione i privati non possono uscire solo con le loro forze. Serve l'intervento dello Stato, il quale deve permettere ai consumi di ripartire, alle vendite di risalire insieme agli investimenti e ad un circolo virtuoso di sostituirsi alla recessione. Lo Stato può e deve agire con investimenti pubblici nei settori strategici (ad esempio creando centinaia di migliaia di posti di lavoro nel settore dell'energia pulita, come il M5S predica da tempo) e agendo sul benessere delle famiglie innanzitutto evitando a milioni di persone di cadere nella miseria. Questo si può fare con un reddito di cittadinanza che non è da intendersi come mancia elettorale sullo stile degli 80 euro di Renzi, bensì quale provvedimento legato al lavoro, secondo quanto è già scritto nella proposta di legge del M5S più volte presentata nel corso dell'ultimo anno e mai accolta dalla maggioranza.

Un reddito individuale in cambio di un servizio alla comunità locale, e nel contesto di investimenti pubblici che intanto consentono al settore privato di ripartire garantendo anche il rispetto dell'ambiente. Un modello di sviluppo fondato sulla ripresa dell'occupazione, sull'innovazione e la sostenibilità ambientale è ciò che distingue il M5S dalle altre forze politiche.
Il reddito di cittadinanza è più di una proposta isolata, è un'àncora di salvezza per far ripartire la nostra economia interna e garantire ai cittadini un welfare State degno di un Paese civile.
E' evidente che nulla di tutto ciò, dagli investimenti pubblici al reddito di cittadinanza, è concepibile negli attuali vincoli di bilancio europei. Il destino dell'austerità, strettamente legato a quello dell'euro, tarda a compiersi, per le resistenze delle élite europee.
Il M5S deve rappresentare un'alternativa a questo lacerante modello di sviluppo.



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