sabato 1 novembre 2014

Stabilità: tagli ai comuni per 1,2 miliardi. Renzi vassallo dell'austerità!!!

La Legge di Stabilità 2015 è un'altra mazzata per gli Enti Locali, non solo per le Regioni, ma anche per i Comuni.
All'art. 35 comma 16 del testo si impongono ai Comuni 1,2 miliardi di euro di tagli alla spesa. Significa, nei vincoli del Patto di Stabilità interno, costringere le amministrazioni locali a tagli dei servizi o aumento del costo degli stessi.
L'idea guida è la solita: tagli lineari per rispondere ad una emergenza economica che il Governo non fa nulla per scongiurare. Al di là dell'immagine da paladino della flessibilità che sta cercando di costruirsi, Renzi dimostra ancora una volta di eseguire alla lettera i dettami della Commissione europea. Tutto il peso di questa presa in giro ricadrà sulle spalle di cittadini e imprese.
Non solo. La diminuzione delle tasse prevista dal Governo nel testo originario della stabilità, già di per sé compensata dai tagli lineari alla spesa, è ora dimagrita per non far mancare niente all'austerità europea. Il deficit per il 2015 è fissato al 2,6%, rispetto al 2,9% sbandierato da Renzi prima dell'intervento di mamma Europa.
Se consideriamo che l'Italia spende circa il 4,5% del Pil in interessi sul debito pubblico, scopriamo che lo Stato toglie liquidità dall'economia reale, per ingrassare la rendita finanziaria sui titoli di Stato (buona parte della quale a beneficio di creditori esteri). In termini tecnici l'Italia ha un avanzo primario vicino al 2%, ovvero toglie ai cittadini con le tasse il 2% in più di quello che spende, tolti gli interessi sul debito.
Non per caso nella manovra di Renzi non c'è spazio per investimenti produttivi e lavoro. Stritolata da vincoli di bilancio assurdi in un periodo di recessione e interessi sul debito da capogiro, l'Italia si trova impoverita e in profonda crisi sociale.
E questo da anni. Renzi non ha per nulla cambiato verso e per abbassare le tasse ha pensato di tagliare indirettamente servizi agli Enti locali, costringendoli anche ad aumentare le tasse locali.
I tagli ai Comuni, alle Province e alle Regioni sono austerità allo stato puro. A parte la capacità di vendere pentole in televisione tra Monti, espressione diretta della Troika, e Renzi, che si finge premier anti-austerità, non vi è alcuna differenza, come dimostra il ministro dell'economia Padoan, dotato di un curriculum del tutto simile a quello del rettore della Bocconi.

Fonte: http://goo.gl/Co19cZ


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