lunedì 15 giugno 2015


Ballottaggi M5S 5 su 5! Grazie!


Ballottaggi M5S 5 su 5! Grazie!
Il M5S si è presentato in cinque ballottaggi comunali. Gela (Sicilia), Augusta (Sicilia), Venaria (Piemonte), Quarto (Campania) e Porto Torres (Sardegna).
Abbiamo vinto in tutte le città!
Queste le percentuali e i nomi dei sindaci neoeletti a cui vanno gli auguri per un buon lavoro:
Sean Christian Wheeler 72,74% è il nuovo sindaco di Porto Torres in Sardegna.
Rosa Capuozzo  70,79% è il nuovo sindaco di Quarto in Campania.
Roberto Falcone 72% è il nuovo sindaco di Venaria Reale in Piemonte.
Domenico Messinese 65% è il nuovo sindaco di Gela in Sicilia.
Maria Concetta Di Pietro 78% è il nuovo sindaco di Augusta in Sicilia.
Il M5S ha fatto 5 su 5, filotto!
In alto i cuori!

: Silvia Chimienti

venerdì 10 aprile 2015

A PROPOSITO DELL'ARTICOLO 78 ...


Nel post precedente si è accennato all'articolo 78 della Costituzione Italiana:

Le Camere deliberano lo stato di guerra [cfr. art. 87 c. 9] 
e conferiscono al Governo i poteri necessari


Perché il Parlamento sta dibattendo su questo? Oddio, dibattendo è parola grossa. È così flebile la discussione, che nessuno se ne è accorto al di fuori delle stanze delle commissioni Difesa. Però è all’ordine del giorno perché rientra nella riforma costituzionale della ministra Boschi. Una riforma fatta con il bianchetto: cancellare la parola “Senato”. E così dove sta scritto “Camere” si legge Camera dei deputati. Di conseguenza i verbi coniugati alla terza persona plurale diventano alla terza singolare. Casomai qualcuno pensasse che non si sa di grammatica.
È vero che ai tempi della guerra liquida le dichiarazioni di guerra sono desuete come il rosolio, è pure vero che io non sono moderno come Renzi e sono purtroppo affezionato alle cose antiche come i princìpi, ma per quanto depassé i princìpi sono come la serva di Totò: servono.
Quale modernità possa dunque rappresentare l’affidare a una sola Camera la dichiarazione di guerra non si capisce bene. Di certo si capisce che, nel sistema autoritario-costituzionale che i renziani vorrebbero mettere in piedi, una decisione così terrificante come la dichiarazione di guerra verrebbe lasciata in mano al solo esecutivo, visto che con premi e premiolini, mattarelli e consultelli, l’unico ramo del Parlamento deliberante sarebbe totalmente controllato dal partito di Governo.
Ma tanto a che serve, dirà il solito benpensante di passaggio? Se non serve perché la guerra dichiarata non sembra esistere più, allora tanto vale lasciare tutto com’è. Alla Costituente dibatterono per giorni e giorni su questo articolo. Certo, la guerra era finita da pochi mesi, ma anche le bombe atomiche erano cadute da poco su Hiroshima e Nagasaki e i costituenti sapevano benissimo che la guerra appena conclusa sarebbe stata l’ultima combattuta secondo le vecchie “regole”. E proprio per questo alcuni avrebbero voluto allargare ancora di più la platea dei decisori, coinvolgendo anche le assemblee regionali come chiese ad esempio un democristiano catanese, Corrado Terranova, “un sistema più ampio e più approfondito di accertamento della volontà popolare di fronte a quella terribile cosa che è la guerra; di un sistema, che renda la responsabilità della decisione relativa all’entrata in guerra più larga e, di conseguenza, più determinante. La verità è che l’idea della guerra ci rattrista e ci atterrisce”.
Eppure l’impianto legale della guerra esiste in Italia ed è lo stesso che c’era nel 1940. Ancora perfettamente in vigore e valido, anche se apparentemente in sonno. I militari, che della guerra sono i sacerdoti e i custodi, lo sanno e si son ben guardati dal toccare la legge di guerra e quella di neutralità che sono del 1938. Nel 2010, quando le leggi sulla Difesa vennero consolidate nel Codice dell’ordinamento militare, queste due rimasero stranamente fuori. Meglio non fare onde, dicono i gondolieri.
Come rimangono perfettamente valide e applicabili le norme sullo stato d’assedio, oggi chiamato stato di pericolo pubblico. Sono gli articoli dal 214 al 219 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza del 1938. In caso di guerra dichiarata, prefetti e comandanti della piazza potrebbero ripristinarle per decreto: arresti senza motivi, sospensione delle libertà civili e dei diritti costituzionali, tribunali militari che giudicano anche i reati commessi dai civili (si risolverebbe così il problema delle loro attuale sottoutilizzazione).
Qualcuno, come i parlamentari Cinque Stelle in Commissione al Senato e alla Camera ha cercato di opporsi ai ciechi yesman della maggioranza. Con scarso esito. Un moderato come Giuseppe De Mita, centro democratico, nipote del più famoso Ciriaco, ha proposto che almeno sia necessaria una maggioranza di quattro quinti. Respinto con perdite per evidente passatismo.
Non c’è verso. Questi talebanucci del renzismo arrembante vogliono far fuori tutto, a prescindere. Non ricordano certo il ciceroniano Silent enim leges inter arma, le leggi tacciono in mezzo alle armi, forse perché pensano che le armi saranno sempre in mano loro. Magari hanno letto troppo Marinetti “soltanto la guerra sa svecchiare, accelerare, aguzzare l’intelligenza umana, alleggerire ed aerare i nervi”. Di sicuro non mai hanno letto Mahmoud Darwish: “Siamo lontani dal nostro destino come gli uccelli”.

ITALIA IN GUERRA ?



VIDEO DI BRUNO MARTON:

  • Vicepresidente Vicario del gruppo M5S
  • Membro della 4ª Commissione permanente (Difesa)
  • Membro del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica


 TESTO DI EMANUELE SCAGLIUSI :

  • Membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari alla Camera dei Deputati
  • Vice Presidente del Comitato Permanente per i Diritti Umani 
  • Membro della Delegazione OSCE

Sono a Vienna, al Meeting Invernale dell'Assemblea Parlamentare OSCE, dove ho chiesto di intervenire in merito alla situazione della Libia e del Mediterraneo. Situazione che come Italia ci tocca molto da vicino.

Nel Mediterraneo assistiamo alla situazione della Libia che si fa via via sempre più delicata. Renzi ha detto che "non è il momento per l'intervento militare”. Vedremo cosa farà quando sarà il momento. Il ministro Pinotti, invece, supportata dal ministro degli Esteri Gentiloni, ha già annunciato l'invio di 5mila militari senza né un piano né un programma, salvo ora tornare sui propri passi. E' questa la maggioranza che governa l'Italia. Una maggioranza che fa e disfa a proprio piacimento.

Ricordo che è l'aula il luogo del dibattito. Non twitter o i talk show. Ricordo altresì, che la prerogativa sull'ipotesi di entrare in guerra è ancora del Parlamento, anche se l'esecutivo sta provando a cambiare pure questa legge con la modifica dell'art.78. E' evidente che nessuno ha la soluzione in tasca.

Noi del Movimento 5 Stelle ci opponiamo a qualsiasi intervento militare in Libia. La storia ci insegna che la guerra in passato ha sempre contribuito ad alimentare il terrorismo e l'attuale scenario mediorientale, con l'insorgere di nuove e pericolose organizzazioni terroristiche come lo Stato Islamico, ne è la più chiara e nitida dimostrazione. Per il M5S la sicurezza dei cittadini italiani rappresenta un'assoluta priorità, ma credere di poter trovare una soluzione pacifica alla questione libica scandendo, come accaduto nel 2011, nuovi attacchi e mietendo migliaia di vittime innocenti, è una posizione che rasenta la follia. Secondo l’annuale ricerca del Global Terrorism Index nell'ultimo mezzo secolo l’80% delle organizzazioni terroristiche è stato neutralizzato grazie alla creazione di un processo politico intelligente e appena il 7% è stato eliminato dall’uso diretto della forza militare. Sempre secondo la stessa fonte, le vittime del terrorismo sono quintuplicate dal 11 settembre ad oggi. E questo nonostante 4400 miliardi di dollari spesi nelle guerre in Iraq Afghanistan e in tutte le operazioni antiterrorismo nel mondo. Questo vuol dire che un intervento militare non risolverà il problema.

Cosa ci ha portato la guerra in Libia nel 2011? Abbiamo speso quasi 1 miliardo di euro e la Francia si è ritrovata col petrolio e noi con le carrette del mare, con disperati che non siamo più in grado di accogliere. Le scelte del governo hanno fatto mettere in pericolo una fondamentale risorsa energetica per l'Italia che è passata da 1,6 milioni di barili pre-crisi ai 150.000 barili attuali.

Dobbiamo tagliare i rapporti economici e politici con gli Stati che si fingono amici e alleati e poi finanziano i terroristi. Dobbiamo essere chiari, non possiamo continuare a sederci al tavolo con l'Arabia Saudita o con il Qatar per risolvere la crisi in Siria se poi questi due Paesi pagano i terroristi per tenerli fuori dai loro confini. E poi ce li ritroviamo noi però, a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste. Concludendo sulla Libia, di fronte ad una eventuale decisione dell'Onu valuteremo il da farsi. Al momento riteniamo che sia di assoluta importanza un sostegno dell'Unione europea dell'Onu.

Qui tutti chiedono all'Italia, ma quando è il momento di ricevere un aiuto non si fa mai vivo nessuno. Siamo chiusi in una morsa: a est la crisi in Ucraina, al sud il terrorismo, al nord il braccio di ferro economico con la Germania e la Bce che speculano sulle nostre imprese. Dobbiamo rafforzare i controlli lungo le frontiere e pensare al bene dei nostri cittadini.

Basterebbe che il governo attuasse la nostra mozione approvata sul superamento della Convenzione di Dublino III, per evitare qualsiasi problema. Nel nostro testo c'è infatti scritto che l'Ue si deve far carico e finanziare l'istituzione di centri di richiesta di asilo Ue nei Paesi di transito e provenienza, come Libia, la Tunisia eccetera. Così evitiamo che gli immigrati sbarchino direttamente sul nostro territorio e non si avventurino in cosiddetti viaggi della morte che ingrossano le tasche di scafisti malfattori e, ahimè, il numero di morti in Mediterraneo.

giovedì 9 aprile 2015

Esclusivo! A CPL Concordia anche una pioggia di fondi europei!!!

 
Gli affari della CPL Concordia, la cooperativa coinvolta nell'inchiesta sugli appalti truccati a Ischia e non solo, passano anche dalla Regione Lombardia amministrata da Roberto Maroni.
Spulciando l'elenco delle aziende beneficiarie dei fondi europei indiretti, quelli cioè garantiti e anticipati dalle Regioni, si scopre che il Pirellone ha deciso di allocare ben 5,6 milioni di euro per due progetti che vedono in prima fila la cooperativa modenese.
La gestione dei finanziamenti indiretti è affidata agli Stati membri attraverso le autorità nazionali e regionali, in conformità a una programmazione che deve essere approvata dalla Commissione europea. In questo caso, dunque, non è la Commissione ma la Regione Lombardia a indire i bandi e selezionare le aziende beneficiarie.
I finanziamenti concessi a CPL Concordia dalla Regione Lombardia sono relativi entrambi al Fondo europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2007-2013. Il primo progetto riguarda l'ammodernamento energetico del campus dell'università Politecnico. Il sussidio concesso è di quasi 4 milioni di euro, già erogato al 21%.
Il secondo progetto, sempre cofinanziato dall'Unione europea, si chiama Side e rientra nell'obiettivo del cosiddetto "Sostegno agli investimenti in ricerca e sviluppo innovativo e tecnologico a supporto della competitività delle imprese lombarde". L'ammontare del finanziamento concesso è pari a oltre 1,6 milioni di euro. In questo caso, però è stato autorizzato ma non ancora erogato. Perché?
Questi documenti dimostrano che la Regione Lombardia ha concesso finanziamenti propri pari a 3,5 milioni di euro in progetti dove figura la coop "CPL Concordia", a valere sul programma operativo regionale FESR 2007-2013. La restante quota, il 40%, è stata cofinanziata dall'Unione europea.
Motivando la custodia cautelare del manager Francesco Simone, i magistrati che indagano sul sistema "Cpl Concordia" hanno scritto che egli ha contribuito a "un vero e proprio sistema corruttivo assolutamente generalizzato".
Se i magistrati avessero ragione, si dovrebbe accendere un faro anche su TUTTI gli appalti di questa cooperativa legata mani e baffi al Pd. Ci sono migliaia di imprese sane e oneste che rimangono a bocca asciutta quando c'è da spartirsi la torta dei fondi europei. La fetta più grossa va sempre alle imprese degli amici dei politici. Grazie a questa inchiesta sappiamo perché.
Durante una perquisizione nella borsa Nicola Verrini, direttore commerciale della coop emiliana, i magistrati hanno trovato documenti di bandi di gara delle Regioni Lazio e Campania. Come già avvenuto per i rimborsi, è nelle Regioni che si annida il magna magna dei partiti.
Maroni risponda a queste domande:
Come vengono selezionati i progetti nella Regione che la Lega amministra?
Quali rapporti ci sono fra chi scrive i bandi regionali e le imprese che si aggiudicano gli appalti?

Trasparenza sempre!!!

sabato 4 aprile 2015

Finalmente! Proposta del M5S votata all'unanimità al Parlamento europeo!!!

 
Chiamiamola con il suo nome: RIVOLUZIONE! I cittadini entrano in Parlamento, fanno le loro proposte, le discutono con i politici e poi le approvano.
E' appena successo nella Commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento europeo, dove è stata votata con 49 voti a favore e nessun contrario il progetto di parere sui dispositivi di protezione dei lavoratori.
Ecco l'instantanea del voto in Commissione.

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Grazie alla portavoce Laura Agea, titolare del rapporto, in Europa è iniziata la battaglia per cambiare le regole e rendere il lavoro sicuro.
Ecco che cosa cambia adesso nel mondo del lavoro:
- i dispositivi di protezione individuale (gli elmetti, i guanti, i tappi per le orecchie, giacche e tute ignifughe, per esempio) devono essere inequivocabilmente efficaci nel garantire la sicurezza dei lavoratori che li indossano.
- bisogna distinguere chi indossa o fa uso di strumenti di protezione in quattro diverse categorie: uomo, donna, giovani lavoratori e diversamente abili.
- i dispositivi di protezione devono essere specifici, costruiti "ad hoc" con l'etichettatura della lingua nazionale e non solo esclusivamente in inglese. Le illustrazioni devono spiegare l'importanza della protezione di chi li usa, affinché il lavoratore sia consapevole del rischio che corre.
- ogni Stato membro deve dotarsi di un organo di controllo autonomo che sia in grado di fare rispettare le regole europee con ispezioni senza avviso e motivazione. Un modo questo per abbattere anche il lavoro nero.
- L'Europa incoraggia gli Stati membri a creare sito web o un'applicazione per smartphone che includa tutte le informazioni utili a un lavoratore per usare i dispositivi di protezione.
Adesso il parere passa alla Commissione Mercato Interno e Protezione dei consumatori per l'esame definitivo.
In questo video tutta l'emozione di Laura Agea per l'importante successo ottenuto.


venerdì 3 aprile 2015

Autismo: ecco i semi di speranza piantati dal M5S in Parlamento!!!

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Il 2 aprile si celebra la Giornata mondiale dell'autismo. Se oggi lo conosciamo molto meglio rispetto al passato, è grazie alla ricerca medico scientifica che in questi anni ci ha insegnato a guardare a questa patologia nel modo giusto. Eppure la società ancora fa fatica a comprendere in pieno che cos'è davvero l'autismo e a riconoscere che i bambini e i ragazzi autistici hanno bisogno di essere seguiti da personale specializzato, in famiglia e a scuola, e che questo supporto va esteso anche ai genitori.
Il Movimento 5 Stelle ha portato nelle Aule parlamentari questa istanza, arrivata a gran voce soprattutto dalle famiglie di bimbi autistici, e ha piantato con fatica semi preziosi per cogliere, in un futuro che ci auguriamo non troppo lontano, i primi frutti.
Oggi rivendichiamo con orgoglio l'approvazione in Commissione Istruzione al Senato della risoluzione, a prima firma Manuela Serra, sulla cosiddetta 'continuità didattica', cioè la possibilità per i bambini con problemi, tra cui gli autistici, di avere uno stesso insegnante di sostegno durante tutto il ciclo scolastico.
Siamo convinti che questa sia la direzione giusta: fare in modo che i bimbi affetti da autismo abbiano insegnanti di sostegno qualificati , a partire dalla scuola dell'infanzia e primaria.
Anche il disegno di legge in materia di autismo appena approvato in Senato ha avuto un contributo essenziale dal M5S. Nonostante la legge approvata recepisca solo una piccola parte della nostra proposta originaria, la consideriamo comunque un primo importante passo verso un approccio più completo a questa problematica, un primo seme di un grande progetto che come M5S continueremo a monitorare e migliorare.

Lo scandalo italiano del mercato nero delle protesi!!!

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In Italia esiste un vero e proprio mercato nero delle protesi e di altri ausili per disabili. Questo accade perchè se lo Stato ti fornisce gratuitamente una sedia a rotelle che si usava venti anni fa e che non ti è di nessun aiuto, non hai molta scelta: o te la compri di tasca tua in un negozio di articoli sanitari oppure, se non te la puoi permettere, la compri sottobanco in questi 'mercati della disperazione' dove tutto costa meno e pazienza se mancano l'assicurazione e la certificazione di sicurezza: almeno torni a casa in carrozzina.
Responsabili di questa incredibile realtà sono i governi che si sono succeduti negli ultimi 16 anni, che per inerzia non hanno mai fatto ciò che era necessario e doveroso per legge: aggiornare il Nomenclatore tariffario, cioè lista del ministero della Salute che regolamenta prezzi e tipologie di protesi e ausili per disabili, cioè carrozzine, stampelle e altri strumenti che il Servizio Sanitario Nazionale fornisce gratuitamente a coloro che ne hanno diritto. Parliamo di un settore dal costo di 1,9 miliardi di euro all'anno.
Per legge il Nomenclatore andrebbe aggiornato periodicamente, ma l'ultimo aggiornamento risale al 1999 (previsto dal decreto ministeriale n°332 del 27 agosto 1999) e da allora più nulla. Da qui il paradosso tutto italiano: nonostante negli anni il mercato si sia arricchito di apparecchi più moderni, funzionali ed efficaci, e con prezzi anche più contenuti, le Asl continuano a pagare anche tre volte tanto rispetto al valore di mercato per acquistare strumenti spesso obsoleti e ormai superati.
Quindi una doppia vergogna: da un lato si sperperano soldi pubblici e dall'altro si negano ai disabili i diritti che la Costituzione riconosce loro agli articoli 3 e 32 e si rende la loro vita, e quella dei loro familiari, un inferno (gli ultimi dati Istat disponibili ci dicono che in Italia ci sono circa 3,2 milioni di persone con disabilità, e di queste 51 mila sono disabili gravi e soli, ovvero privi di famiglie che li sostengono).
Il M5S da tempo richiama l'attuale governo ai suoi doveri con interrogazioni in entrambi i rami del Parlamento e sta lavorando ad una proposta di legge che possa risolvere il problema. Lo scorso anno in Commission Sanità alla Camera siamo riusciti a far approvare una risoluzione che impegna il governo a fare questo aggiornamento, eppure nulla.
Lo scorso 12 marzo, il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha annunciato che entro il prossimo giugno verrà adottato il decreto necessario, ma già si intravede che la strada non è quella giusta: il decreto si occupa delle modalità di svolgimento delle gare d'appalto per la fornitura degli ausili di serie e tralascia invece l'aspetto più urgente del problema: cioè creare un sistema di accesso al Nomenclatore più funzionale, in grado di fornire protesi adeguate alle reali esigenze dei disabili e di risparmiare laddove è possibile.
Nell'ultima interrogazione presentata al Senato, chiediamo al Ministro Lorenzin se si è accorta dell'esistenza di questi mercati clandestini e soprattutto le chiediamo perchè in Italia non è possibile fare ciò che si fa in tutti gli altri Paesi europei: permettere ai disabili la scelta diretta degli ausili disponibili sul mercato, tra quelli più adatti alle varie problematiche sanitarie, erogabili con oneri a carico dello Stato, e fissando per ogni categoria un tetto massimo di spesa. Se gli altri possono farlo, perchè noi no?

mercoledì 1 aprile 2015

Marò: M5S fa visita a Latorre, non può rientrare in India!!!

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Massimiliano Latorre, secondo quanto deciso dalle autorità di New Delhi, dovrebbe rientrare in India il prossimo 12 aprile. Il M5S non lo permetterà. Ieri la deputata Tatiana Basilio, nell'ambito di una visita di una delegazione della Commissione Difesa della Camera dei deputati, si è recata a Taranto per fare visita al fuciliere della Brigata Marina San Marco, tutt'oggi in convalescenza.
"È molto forte - ha affermato la Basilio - ma ha bisogno di ulteriori cure e di serenità, soprattutto a causa delle sue condizioni di salute".
Il M5S si è occupato incessantemente del caso e abbiamo presentato, soltanto alla Camera 5 atti di sindacato ispettivo, 1 mozione, 1 risoluzione, 1 question time, 2 interrogazioni a risposta scritta e svariati interventi in aula per mettere il governo di fronte alla sue responsabilità.
Non è bastato e siamo andati oltre, chiedendo l'interruzione di ogni rapporto commerciale con l'India fino a quando non sarebbero rientrati i nostri militari. Abbiamo sollecitato un impegno dell'Ue, dell'Onu, incalzato l'esecutivo quando ha affermato di aver compiuto un passo verso la soluzione della vicenda dando il via a un arbitrato internazionale di cui nessuno, finora, ha visto alcun sviluppo.
Responsabili o no della morte dei due pescatori indiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono due soldati italiani che hanno obbedito a degli ordini ricevuti e devono essere processati in Italia, secondo quanto stabilito dal diritto internazionale.
Ebbene, non solo faremo il possibile affinchè Massimiliano non rientri in India, ma continueremo a batterci perché anche Salvatore possa far ritorno tra le braccia dei suoi cari. La loro è un'angoscia che si protrae ormai da oltre tre anni. L'atteggiamento di questo e dei precedente esecutivi è stato del tutto deplorevole.

Ora basta. Il governo italiano prenda un impegno chiaro con le autorità di New Delhi e metta definitivamente fine a questa vicenda che costituisce un'ulteriore macchia di vergogna sull'immagine del nostro Paese.

 

sabato 28 marzo 2015

Politici corrotti intoccabili per la Maggioranza!!!

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Altro che contrastare il fenomeno della corruzione e allontanare definitivamente dalla Pubblica Amministrazione tutti coloro che sono stati condannati per reati di corruzione, concussione, peculato, ecc. Siamo solo al primo giorno di votazione in Aula al Senato del ddl sull'anticorruzione e già le intenzioni del Governo e della Maggioranza sono piuttosto chiare: ovvero quelle di non voler introdurre misure efficaci a contrastare il fenomeno della corruzione.
Ed infatti, prima hanno bocciando l'emendamento del Movimento 5 Stelle (il n. 1.306) che prevedeva il DASPO per i condannati per corruzione. Questa era una misura idonea ed efficace per allontanare definitivamente dalla cosa pubblica tutti coloro, politici inclusi, che siano stati condannati per reati di corruzione, concussione, peculato, abuso d'ufficio. Una misura fortemente invocata dallo stesso Renzi nel maggio 2014, ma che è stata bocciata dalla sua stessa maggioranza.
Poi, non contenti, PD e Maggioranza hanno dato il "meglio" di sè, arrivando addirittura a bocciare i loro stessi emendamenti (in particolare il n. 1.308), fatto proprio dal M5S, che prevedeva la definitiva estinzione del rapporto di lavoro per i dipendenti pubblici corrotti. Da un lato, dunque, il Governo elimina d'un colpo l'art. 18 per i lavoratori, mentre dall'altro mantiene intatte le tutele per i dipendenti pubblici condannati per corruzione.
Infine, bocciato anche l'emendamento del M5S (il n. 1.336) che mirava ad introdurre un conflitto di interessi tra corrotto e corruttore. Emendamento peraltro tratto proprio dal ddl Grasso (il n. 19) e sottoscritto perfino da Zanda (PD).
Siamo alla solita farsa. Il PD predica bene ma come sempre al momento del voto si tira indietro.
Per Renzi l'unica cosa che conta davvero è quella di mantenere la stabilità del proprio Governo. La lotta alla corruzione viene molto dopo.

Fonte

giovedì 26 marzo 2015

Per un petroliere che scende, un Gino Strada che sale

 

Si scrive sicurezza energetica, si legge indipendenza energetica. D'ora in avanti, quando si useranno questi termini, bisognerà ricordare la battaglia vinta dal Movimento 5 Stelle Europa e dal portavoce Piernicola Pedicini. La Commissione Ambiente ha tirato una decisa spallata a quel commissario che più di altri, nel corso delle audizioni, aveva spaventato i cittadini europei per il suo mastodontico conflitto d'interesse: Arias Cañete.
Non solo energia, oggi è stato discusso anche un importante report sul virus Ebola. E' stata certamente una brutta giornata per le lobby farmaceutiche, dato che si è combattuto per scongiurare la possibilità di fare profitto sull'epidemia. Come nelle più classiche leggi sul contrappasso, poi, a sorridere di gusto sarà Emergency, che si vede riconosciuto a livello istituzionale il suo ruolo all'interno del contesto internazionale.



 

 
VI RICORDATE CHI E' IL COMMISSARIO ALL'ENERGIA?
Quest'uomo possiede una quota di due società petrolifere Ducor SL and Petrologis Canarias SL e fino al 2012 è stato presidente di entrambe le società. Il cognato Miguel Domecq Solis è direttore di entrambe le società e il figlio, Miguel Arias Domecq, è nel cda di Ducar. Avevamo detto che era un petroliere alla guida dell'Energia. Tutti, però, si sono accorti di quanto l'Europa abbia bisogno non di catrame, ma di indipendenza e resilienza energetica per fronteggiare le sfide di un futuro sempre più incerto.
LA VITTORIA SULL'ENERGIA
E' arrivata come una manna dal cielo la vittoria del M5S in Commissione Ambiente, appoggiato da GUE e Verdi. Perché dietro alle parole c'era l'intento della Commissione Europea di sfruttare il cosiddetto "mix energetico", in cui si incentivano sì le rinnovabili, ma passando sempre e comunque dal fossile. Eppure il processo di decarbonizzazione dell'Europa deve iniziare, non abbiamo più tempo. Per questo la netta posizione del M5S contro le fonti fossili, contro il carbone e l'abuso di petrolio e contro il nucleare ha fatto breccia nel Parlamento Europeo.
LA VITTORIA SULL'EBOLA
Altrettanto forte è stata la posizione tenuta sul report inerente al virus Ebola. Il M5S si è pronunciato in maniera determinata contro le case farmaceutiche che, per motivi di business, hanno abbandonato la ricerca nella costruzione di un vaccino e di medicinali adatti a disinnescare la bomba dell'epidemia. Ora, questi luminari del marketing dovranno tornare sui loro passi. Infine, l'intera commissione ha approvato l'inserimento di Emergency nella lista delle ONG attive sul caso, inclusa la possibilità di ricevere aiuti (anche economici) dall'Unione Europea. Un dovere, non un favore, a Gino Strada e a tutti i volontari che si sono spesi sul campo.

Fonte

martedì 24 marzo 2015

50 litri di acqua al giorno gratis per tutti. La proposta del M5S in Europa!!!

 

Perché la bolletta dell'acqua è così salata? Avete mai provato a capire perché negli ultimi 10 anni quello che dovrebbe essere un diritto è diventato invece un salasso?
Qualcuno vorrebbe picconare il risultato del referendum del 2011, in cui la stragrande maggioranza degli italiani ha detto no a ogni legge che possa affidare in mani private la gestione dell'acqua pubblica.
In Italia però succedono cose strane: i distacchi indiscriminati e senza preavviso sono all'ordine del giorno, il prezzo dell'acqua è aumentato del 95,8% negli ultimi anni, gli utili delle municipalizzate non vengono più reinvestiti per diminuire gli sprechi ma per massimizzare i profitti. In una sola parola, chi gestisce le risorse idriche risponde oggi più a logiche di profitto che a quelle di servizio. Le bollette servono per arricchire i soci tramite lauti dividendi.
Questa è una privatizzazione camuffata e in spregio del risultato popolare.
Il Movimento 5 Stelle porta al Parlamento europeo una delle sue battaglie storiche: quella della difesa di una delle sue cinque stelle, l'acqua pubblica. La proposta è semplice: NESSUNO DEVE RIMANERE ASSETATO. L'Organizzazione mondiale della Sanità ha fatto i calcoli: per assicurare i bisogni minimi di un individuo servono tra i 50 ai 100 litri di acqua al giorno. Questo fabbisogno deve essere garantito a tutti. Ecco perché il Movimento 5 Stelle propone un servizio idrico minimo garantito per ciascuno.
Non si possono fare affari sull'acqua. Lo dicono i cittadini europei che hanno firmato una petizione chiedendo alle Istituzioni europee di NON privatizzare l'acqua. 1 milione e 800 mila firme per il primo esempio di democrazia diretta europea.
La Commissione ha risposto in modo deludente perché non ha previsto nessuna nuova proposta legislativa. I principi contenuti nella sua Comunicazione sono sacrosanti ma vanno ribaditi con le leggi, non a parole. Inoltre, per quanto riguarda la "temuta" liberalizzazione dell'acqua pubblica, la Commissione sottolinea che è competenza degli Stati membri legiferare. In particolare, ha ribadito che il servizio di fornitura sia responsabilità delle autorità locali all'interno degli Stati membri, così come è loro responsabilità decidere se gestire il servizio direttamente, indirettamente o attraverso fornitori privati.
Adesso spetta al Parlamento europeo mettere una pezza alle risposte lacunose della Commissione. L'obiettivo è quello di rispondere alle legittime richieste dei cittadini europei che temono la privatizzazione dell'acqua pubblica. La Commissione Ambiente esprimerà la sua opinione sul seguito dell'iniziativa "Right2Water" entro maggio. Il portavoce del Movimento 5 Stelle Marco Affronte è relatore per il gruppo dell'EFDD del rapporto
In questo video Marco Affronte spiega come il Movimento 5 Stelle Europa difenderà il risultato dell'Iniziativa dei Cittadini Europei, una "procedura" promossa dal Parlamento europeo e dal Consiglio, all'interno della quale i cittadini dell'Unione hanno la possibilità di inserire delle questioni nell'agenda della Commissione europea, a condizione che abbiano raccolto almeno un milione di firme in almeno sette Paesi europei. La democrazia diretta e l'acqua pubblica vanno difesi. 

 

domenica 22 marzo 2015

Intervista esclusiva! Ecco come fare il reddito di cittadinanza in tutta Europa!!!

 

Renzi studia! Il reddito di cittadinanza si può fare. Basta solo volerlo. E' un sogno non solo italiano, ma di tutti i cittadini europei.
Yannick Vanderborght è professore di Scienze Politiche all'Università Saint-Louis di Bruxelles e all'UCL di Louvain-la-Neuve. Recentemente ha scritto un libro "Il reddito minimo universale" che spiega come realizzare il reddito di cittadinanza in tutti i Paesi europei.
Laura Agea, portavoce del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo e membro della Commissione per l'occupazione e gli affari sociali, lo ha intervistato.
Ascoltate cosa dice dell'Italia. E' assurdo!



 

Ecco cosa dovrebbe fare qualunque governante: togliere ai ricchi per dare ai poveri. Invertire la piramide sociale che vede il 2% della popolazione possedere il 98% della ricchezza mondiale. Il ceto medio è sparito. Colpa della crisi? No, colpa di questa politica che l'ha creata e di come l'ha mal governata.
Laura Agea sta studiando tutti i meccanismi e gli interventi politici possibili da fare in Europa che possano aiutare il Movimento 5 Stelle a realizzare in Italia un sogno: quello del

#redditodicittadinanza

"Non chiediamo la luna. Chiediamo diritti". (Laura Agea)

Fonte



sabato 21 marzo 2015

L'occupazione verde sarà il motore del futuro!!!

 

Un miliardo di euro speso per le grandi opere, come la TAV Torino-Lione, genera 500 posti di lavoro; lo stesso miliardo nella filiera green ne genera 17 mila. Stiamo parlando di "green economy" e di "lavoro verde" e non stiamo dando numeri a caso: grazie al lavoro della portavoce Eleonora Evi, infatti, possiamo seguire in Europa la linea indicata dai dati ufficiali del CRESME, il "Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l'Edilizia e il Territorio".
IL RAPPORTO SULL'OCCUPAZIONE VERDE
Anche la Commissione Europea ha voluto dare slancio ad un settore spesso trascurato. E' stata l'Agenzia Europea per l'Ambiente a metterci dinanzi all'evidenza che rimane ancora molto lavoro da fare, sposando di fatto la linea del M5S. Nonostante gli ostacoli, infatti, il settore dei beni e servizi verdi ha visto una crescita del 50% dal 2000 al 2011, generando 1,3 milioni di posti di lavoro.



LE PROPOSTE DEL M5S
Efficientamento energetico, ristrutturazione edile, tutela del territorio, rinnovata gestione dei rifiuti: è davvero molto corposo il pacchetto di emendamenti presentato dalla portavoce del M5S in Europa. Cerchiamo qui di riassumervene gli aspetti più significativi.
Armonizzare la fiscalità: spostare la tassazione dal lavoro ai consumi e all'impatto ambientale. Con strumenti di defiscalizzazione si andrebbero a favorire quelle aziende che producono e forniscono beni e servizi ad alto valore aggiunto ambientale.
Incentivazione strumenti green: rendere efficaci i programmi comunitari volontari come Ecolabel, EMAS e "Green Public Procurement" creando le condizioni di mercato favorevoli per la loro diffusione. Quest'ultimi andrebbero a favorire l'applicazione delle nuove tecnologie verdi anche per le amministrazioni pubbliche, oltre che per il privato.
Riqualificazione: incentivare importanti settori come quello delle ristrutturazioni in ambito edile. Di pari passo, promuovere progetti di "manutenzione" del territorio (combattendo i problemi del dissesto idrogeoligico).
Fossile: eliminare tutti i sussidi, diretti e indiretti, che ancora oggi incoraggiano il consumo di combustibili fossili e parallelamente definire dei target vincolanti di risparmio ed efficienza energetici, e rilanciare i certificati bianchi.
Ciclo dei rifiuti: la Commissione Europea deve reintrodurre al più presto la proposta sul pacchetto di revisione delle direttivi sui rifiuti. Quest'ultimo poteva generare 180 mila posti di lavoro.
ORA TOCCA ALLA COMMISSIONE LAVORO
La palla passa ora alla Commissione EMPL, che avrà il compito di votare favorevolmente o bocciare la linea tracciata dal Movimento 5 Stelle in Commissione Ambiente. Speriamo che questa volta prevalga il buon senso, sopra il potere delle lobby.

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venerdì 20 marzo 2015

Apriscatole in funzione: il M5S scopre le discariche italiane sanzionate dall'EU!!!

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Oltre 40 milioni di multe ogni sei mesi.
Tanto ci costano le 188 discariche abusive censite dall'Unione europea in Italia.
Quelle discariche per cui il ministro dell'Ambiente aveva detto: "Nessun problema, non pagheremo un euro", e per cui il M5S ha presentato un esposto alla Corte dei Conti.

Ma dove si trovano le discariche?
La lista è stata desaparecida per mesi, se ne parlava quasi come un grande segreto.
Ma noi l'avevamo detto: apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno. E questo vale anche per il parlamento europeo. Quindi grazie a un'azione combinata tra i deputati M5S della commissione Ambiente della Camera e gli europarlamentari è stato fatto un accesso agli atti e abbiamo scoperto il documento.
Ecco le discariche fantasma che per il ministro Galletti... neanche esistono!

giovedì 19 marzo 2015

#Stopvitalizio ai condannati: nuovo vergognoso rinvio!!!

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#Stopvitalizio per i condannati: ennesimo vergognoso rinvio con l'ostruzionismo che fa slittare il voto previsto per il 25 marzo. Lo denuncia il Questore del Senato Laura Bottici (Movimento 5 Stelle). Oggi sul tema del taglio ai vitalizi per i condannati, c'è stato l ennesimo incontro tra i Questori di Camera e Senato ed i presidenti delle due Camere Grasso e Boldrini. La Camera ci ha consegnato il parere richiesto ad Onida. E qui c'è stata la prima clamorosa 'gaffe'. Ci sono state consegnate solo le pagine dispari... si sono sbagliati a fare le copie... le rimanderanno per posta elettronica....
I Questori del Senato hanno riferito di aver consultato i capigruppo di Palazzo Madama che hanno fatto richiesta (ad esclusione del Movimento 5 Stelle che si è detto contrario) di acquisire ulteriori due pareri: quello dei costituzionalisti Cassese e Luciani.
Il presidente Grasso aveva richiesto al Questore anziano di poter cambiare un nome con uno a sua scelta . Gli hanno risposto picche e quindi Grasso si riserverà di chiedere un parere a chi vuole lui. Tutte manovre dilatorie per ritardare il voto che in teoria era stato promesso per il 25 marzo. Non sarà così. Il 26 marzo ci sarà una nuova riunione e ci scambieremo gli ennesimi pareri. E' una intollerabile presa in giro a tutti i cittadini onesti. In primo luogo ai 380.000 cittadini che hanno firmato la petizione di Riparte il Futuro. Questi continui rinvii non sono più tollerabili. Una parte dei colleghi è in difficoltà quando si tratta di toccare gli interessi dei loro amici di partito condannati. Ma è inaccettabile!
A questo punto non si può più rimandare. Si fissi una data e, pareri o non pareri, la si rispetti e si decida una volta per tutte.
SCRIVETE AI SENATORI E PARLAMENTARI DEGLI UFFICI DI PRESIDENZA CHE STANNO RITARDANDO IL VOTO #STOPVITALIZIO

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mercoledì 18 marzo 2015

Derivati, basta con i segreti: noi non ci arrendiamo!!!

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Sui derivati del Tesoro non ci arrendiamo. Di quei 42 miliardi che ancora risultano missing, una perdita dello Stato che finisce dritta nelle tasche delle banche, vogliamo sapere tutto. Non è possibile che resti un segreto per il Parlamento.
Ci vediamo così costretti ad inoltrare ricorso alla Commissione per l'accesso agli atti amministrativi della Presidenza del consiglio.
I no di Maria Cannata, capo della Direzione debito pubblico del Mef, non possono privare i cittadini del diritto di sapere cosa c'è scritto in quei contratti che si stanno trasformando in una trappola per il Paese. E soprattutto l'opinione pubblica deve sapere se e come le grandi banche d'affari tengono il Tesoro sotto schiaffo.
La gestione del debito è stata pensata a tutela degli italiani o degli speculatori? Pensar male è più che lecito visto anche il pagamento sull'unghia di 2,5 miliardi a Morgan Stanley nel 2012, da parte dell'obbediente Monti e in un momento in cui ci si disperava per lo spread a 500.
Se necessario ricorreremo alla giustizia amministrativa ed anche alla Corte di giustizia europea che, peraltro, di recente ha sancito l'obbligo di divulgare tutte le notizie certe che potrebbero influire sul mercato. Il Tesoro deve attuare trasparenza totale sui 160 miliardi di derivati, che rischiano di mangiarsi i benefici sui tassi d'interesse dei titoli di Stato.

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lunedì 16 marzo 2015

Tumori, veleni, gas tossici. Arriva il Progetto per un' ITALIA PULITA!!!

 
 n Italia l'ambiente è sotto attacco da anni. Qualche esempio? La modifica del Titolo V della Costituzione che ha accentrato nelle mani dello Stato i poteri decisionali nel settore energetico, la trasformazione dei cementifici in inceneritori, la facilitazione dei permessi per l'apertura di discariche, l'accelerazione delle Valutazioni di Impatto Ambientale per la ricerca degli idrocarburi.
Una delle 5 stelle del Movimento è quella dell'AMBIENTE, la sua tutela e il suo miglioramento. Ecco perché il Movimento 5 Stelle Europa sta trasformando l'idea di alcuni cittadini in un progetto CONCRETO per il controllo e il monitoraggio ambientale sul territorio italiano.
Il progetto si chiama "Punto Zero" ed è stato messo a punto dal portavoce Piernicola Pedicini, coordinatore della Commissione Ambiente del Parlamento europeo.
Ecco come funziona il progetto: vengono fatti dei prelievi ambientali che forniscono dei parametri specifici di un territorio. Questi dati scientifici rappresentano il "Punto Zero" e sono il punto di riferimento per capire, monitorandoli nel tempo, se c'è un deterioramento della qualità ambientale.
Le tipologie di indagine sono quattro:

- Inquinamento dell'Acqua

- Inquinamento del Suolo

- Inquinamento dell'Aria

- Altro tipo di Inquinamento (ad esempio l'inquinamento da diossina con l'analisi del latte materno delle mamme che vivono nelle vicinanze degli inceneritori, oppure le valutazioni del contenuto di radioattività di alcuni rifiuti smaltiti illegalmente).

Per ognuna di queste tipologie di indagine sono previste misurazioni ad hoc da condurre direttamente sul territorio.

L'esperimento è già partito in Basilicata, dove c'è il più grande giacimento petrolifero su terra ferma d'Europa. Sono stati fatti prelievi nelle zone dove sono stati concessi nuovi permessi di estrazione. L'ipotesi da dimostrare è quella che l'aumento di idrocarburi e di metalli pesanti (fosforo, nitrati e formaldeide) nelle falde acquifere sia dovuta alle attività estrattive. La difesa d'ufficio delle compagnie dell'Industria estrattiva è invece quella che questi metalli erano già presenti nel suolo. Con il "Punto zero" non avranno più scuse.
In questo video Piernicola Pedicini spiega la rivoluzione ambientale del Movimento 5 Stelle Europa.
  



sabato 14 marzo 2015

TTIP e agricoltura: tuteliamo le nostre eccellenze



Stiamo cercando di smontare, un pezzo alla volta, tutti i miti sul TTIP. E' un'impresa faticosa, perché la maggior parte dei dati sensibili sono mantenuti segreti dai grandi decisori americani ed europei. Ma se ci avete seguito, avrete già notato come il velo su questo trattato si stia lentamente alzando grazie al lavoro dei portavoce in Europa del M5S.
Oggi aggiungiamo un pezzo al puzzle, quello sulla tutela del settore agroalimentare, un altro comparto la cui eccellenza sarà messa a rischio se questo leviatano commerciale dovesse passare. Ne parliamo con Marco Zullo, che in Commissione AGRI sta lavorando alacremente per tutelare sia i nostri prodotti, sia la salute dei cittadini europei.



 


Ancora molti non lo sanno... Cerchiamo di definire cos'è il TTIP.
"Il TTIP è un accordo commerciale che l'Europa sta contrattando con gli Stati Uniti. Consiste nel trovare una linea comune tra due approcci diversi al sistema commerciale. In particolare, l'America tutela prima di tutto l'immissione sul mercato di un prodotto. Al contrario, l'UE predilige la tutela del consumatore, e quindi la sicurezza. Stiamo parlando di un compromesso: si tratta di trovare un accordo tra un sistema - quello americano - più libertario, e un altro - quello europeo - molto più rigido. Una posizione di mezzo significherà, per noi, dover rinunciare a qualcosa in termini di sicurezza".
In che modo questo accordo commerciale andrà ad impattare sul settore agroalimentare europeo?
"L'approccio dei sistemi è completamente diverso. La grandezza media dei terreni delle aziende agricole in USA è di 700 ettari. Quella europea di 7 ettari. Anche il metodo industriale per ottenere i prodotti è quindi diverso. Da una parte ci si approccia in termini di quantità, dall'altra in qualità. A livello di Europa non possiamo reagire al compromesso, perché vorrebbe dire perdere uno dei nostri tratti distintivi nel settore: qualità e sicurezza. Dobbiamo invece puntare su quello che nessuno potrà portarci via, cioè le eccellenze del territorio. Con questo accordo, sono i pochi dati della Commissione Europea a dirlo, mettiamo a rischio l'intero comparto agricolo. Potremmo avere delle grandissime perdite per quello che riguarda il settore dei cereali e quello delle carni. Per, in cambio, una stima incerta di vantaggi sul latte e sul formaggio. La bilancia è nettamente a nostro sfavore. Da considerare anche che per entrare nel mercato americano le nostre eccellenze dovranno non solo essere capaci di fare squadra (per competere sulla quantità), ma anche confrontarsi con il modello distributivo americano, radicalmente diverso da quello europeo. Infatti, in Europa ci si concentra molto su quella che è la limitatezza territoriale dei mercati, un concetto che nell'estensione dei territorio statunitensi non viene nemmeno presa in considerazione".
Quali sono i rischi che corrono i prodotti di qualità europei che al momento sono tutelati dalle nostre norme sull'etichettatura?
"La qualità dei nostri cibi e di quelli che verranno immessi sul mercato europeo è a rischio. Innanzitutto, andremo a perdere informazioni dal punto di vista dell'etichettatura. Il sistema americano, come dicevo prima, è più libertario e non ha intenzione di rispettare quelli che per noi sono principi di cautela essenziali. Basti pensare all'uso che si fa negli USA della carne clonata, o del consumo di cereali OGM, oppure di sistemi di pulizia degli alimenti utilizzando prodotti chimici vietati in Europa. Per difendere il libero mercato verrà messo in discussione anche il concetto di "km zero" e quindi di produzione locale. Infatti, se le regole non verranno cambiate, rischiamo che un produttore americano possa ricorrere in tribunale considerando lo spingere il consumatore ad essere attento ai prodotti del proprio territorio un'azione di freno alla concorrenza".
Cosa può fare il Parlamento Europeo?
"Ci continuano a ripetere di stare tranquilli e che a livello istituzionale avremo tutti gli strumenti per poter correggere il tiro. Ma la situazione non è questa, come è successo in passato ci troveremo a dover votare e accettare l'intero trattato senza poter portare modifiche. Noi vogliamo entrare nel merito della contrattazione da subito, rendendo pubblici tutti gli elementi in discussione. Quelli che ad oggi sono secretati".
Cosa può fare il M5S?
"Alla luce di quanto abbiamo esposto fino ad ora il nostro primo emendamento è stato chiedere alla commissione agricoltura di escludere il comparto alimentare dal TTIP. Dobbiamo assolutamente salvaguardare la qualità dei nostri prodotti e la salute dei consumatori".
#STOPTTIP


PER SAPERNE DI PIU':
- TTIP, energia e ambiente: tutto quello che vorreste (e dovreste) sapere
- Col #TTIP potreste chiudere! Lettera aperta agli imprenditori


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giovedì 12 marzo 2015

Lettera Aperta al Sindaco del Comune di Brembate - Richiesta di Garanzie di Trasparenza per la Pubblica Amministrazione

Lettera Aperta al Sindaco del Comune di Brembate - Richiesta di Garanzie di Trasparenza per la Pubblica Amministrazione

Brembate, lì 12 marzo 2015

Egregio Signor Sindaco Mario Doneda,

La presente per chiederLe, come da oggetto, di voler garantire determinate condizioni di trasparenza, al fine di maturare una reciproca e proficua collaborazione, che vada a beneficio di tutti i cittadini brembatesi, e che non li veda esclusi dalle politiche e dalle decisioni di pubblico interesse:

1. Ripresa in diretta streaming di tutti gli incontri effettuati tra la Pubblica Amministrazione (di seguito PA) e qualsiasi parte terza, siano esse minoranze consiliari, cittadini o aziende private. Mezzi alternativi di ripresa aggiuntivi per ovviare ad eventuali problemi tecnici e conseguente perdita delle registrazioni (telefono, camera, etc.).

2. Verbalizzazione e pubblicazione scritta con affissione pubblica negli appositi spazi delle richieste e delle risposte emerse durante gli incontri tra PA e qualsiasi parte terza, siano esse minoranze consiliari, cittadini o aziende private. Pubblicazione dei verbali scritti, e pubblicazione audio e video integrale, sul sito del Comune, di tutti gli incontri tra PA e qualsiasi parte terza, siano esse minoranze consiliari, cittadini o aziende private.

3. Nessuna condizione di riservatezza imposta a parti terze, tranne per informazioni oggettivamente sensibili (es. danni effettivi alla privacy di un cittadino, sicurezza nazionale, etc.).

4. Ripresa in diretta streaming di tutti i Consigli Comunali. Mezzi alternativi di ripresa aggiuntivi per ovviare ad eventuali problemi tecnici e conseguente perdita delle registrazioni (telefono, camera, etc.). Episodi come quelli verificatisi in occasione dei Consigli Comunali del 27 novembre 2014, con le registrazioni audio e video andate totalmente perse, e del 28 febbraio 2015, con parti audio e video perse, non devono più accadere.

5. Verbalizzazione e pubblicazione scritta, con affissione pubblica negli appositi spazi, delle richieste, delle risposte ed eventuali delibere emerse durante i Consigli Comunali. Pubblicazione dei verbali scritti, e pubblicazione audio e video integrale, sul sito del Comune, di tutti i Consigli Comunali.

6. Soppressione delle adunanze segrete, sia di fatto che tramite eliminazione delle stesse dal regolamento del Comune.

7. Maggiore correttezza e serietà nei confronti degli impegni presi dalla PA con parti terze. Non è possibile continuare a subire spostamenti di date di appuntamenti senza serie motivazioni e senza un giusto preavviso temporale. Non è accettabile che persone che si liberano appositamente da altri impegni, famigliari e professionali, per incontrare la PA, debbano subire gli umori altalenanti di quest’ultima.

Vogliamo inoltre ricordarLe che siamo tutt'ora in attesa di ricevere il verbale scritto dell'incontro tenutosi il 14 gennaio u.s., e di sapere quali siano i lavori portati a termine dal cosiddetto "Gruppo di Lavoro Sicurezza", e quali i membri che ad esso appartengono.
Rendiamo pubblica la presente lettera, in quanto riteniamo che tutti i cittadini debbano sempre essere al corrente di quanto accade nella vita pubblica del loro paese, e siamo certi che Lei, in qualità di Primo Cittadino del paese, non rimarrà sordo a queste richieste.

Nell'attesa di un Suo positivo riscontro, Le porgiamo i nostri più Cordiali Saluti.

MEETUP CINQUE STELLE BREMBATE

mercoledì 11 marzo 2015

Salute dei cittadini, il M5S decisivo al Parlamento Europeo!!!

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamentoeuropeo/immagini/lobby-pesticidi-vittoria-M5S-interferenti-endocrini.png 
Vi ricordate quando ci dicevano che non contavamo nulla? Al Parlamento Europeo il Movimento 5 Stelle fa sentire ancora una volta la voce dei cittadini grazie a Piernicola Pedicini, coordinatore in Commissione Ambiente. Stiamo parlando della citazione in giudizio della Svezia ai danni dell'Unione Europea in materia d'interferenti endocrini (pesticidi ed erbicidi), che riesce a passare grazie ai voti dei pentastellati. Ma andiamo con ordine.

LA PREMESSA
Cosa sono gli interferenti endocrini e perché sono così importanti? Si tratta di sostanze chimiche che alterano la regolazione ormonale, causando effetti sul comportamento, sulla riproduzione, sull'insorgenza del cancro, su difetti congeniti e altro ancora. La legislazione "REACH" - che regola la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche in Unione Europea -, stabilisce che le sostanze con possibili proprietà endocrine debbano essere sottoposte a una serie di valutazioni perché ne possa essere autorizzata l'immissione sul mercato. L'obiettivo è di incoraggiare e in alcuni casi garantire la sostituzione a termine delle sostanze che destano le maggiori preoccupazioni. La legislazione che disciplina la commercializzazione dei prodotti fitosanitari, in poche parole i pesticidi e gli erbicidi, stabilisce quali sostanze attive possano essere utilizzate negli Stati membri, valutandone l'impatto sulla salute umana e sull'ambiente. Infine, il regolamento sulla messa a disposizione sul mercato e all'uso di biocidi, cioè quei prodotti usati per debellare organismi nocivi e portatori di malattie (quali insetti, ratti e topi), stabilisce che debbano essere adottati dei criteri scientifici per definire gli interferenti endocrini.
LA COMMISSIONE EUROPEA A BRACCETTO DELLE LOBBY
La Commissione Europea è quindi stata incaricata di prendere tutte le misure necessarie a proteggere la sicurezza pubblica. Tra queste, c'era l'impegno a definire ufficialmente ciò che costituisce un effetto sul sistema endocrino e designare metodi di rilevamento chimico accettabili. Infine, era d'obbligo stilare una lista dettagliata sulle sostanze chimiche bandite nella produzione dei pesticidi. La scadenza per presentare questi criteri per garantire la protezione era il 14 dicembre 2013. Tuttavia, invece di fornire le linee guida di sicurezza, la "DG Sante" (Direzione Generale per la salute e i consumatori della Commissione europea", l'equivalente europeo del Ministero della Salute italiano) ha lavorato per aggirare il divieto di usare interferenti endocrini, con la complicità delle lobby industriali e dell'EFSA (Agenzia per la Sicurezza Alimentare Europea). Quest'ultima ha un ruolo importantissimo sulle decisioni intraprese a livello europeo, in particolare nella gestione e nella valutazione del rischio su base scientifica. Basti pensare che l'EFSA è l'autorità europea che emette pareri scientifici in base ai quali vengono autorizzati gli OGM sul territorio continentale.
LA DECISIONE DEL M5S
Per questo in Commissione Ambiente il M5S ha deciso di supportare la Svezia, che ha citato in giudizio l'Unione Europea per la grave violazione. La mancanza di una definizione basata su basi scientifiche solide, infatti, può dare adito a differenti interpretazioni e, quindi, a differenti classificazioni di una certa sostanza chimica dal punto di vista legale. A causa della mancata presa di posizione e dei ritardi da parte della Commissione Europea, la salute di tanti giovani continua a essere messa a rischio. La DG SANTE e l'EFSA non hanno agito a tutela della salute pubblica, tradendo pienamente il loro mandato. La prima battaglia è stata vinta. Ora lotteremo affinché i responsabili abbiano un nome e un volto.

martedì 10 marzo 2015

Stop Vivisection, oltre un milione di firme consegnate in Commissione!!!

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L'iniziativa "Stop Vivisection" è riuscita nel suo obiettivo. Infatti, grazie a quella che viene definita nei regolamenti Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), un milione di cittadini dell'UE provenienti da almeno un quarto degli Stati membri possono invitare la Commissione a formulare una proposta legislativa su un particolare argomento. Sono quindi questi i numeri impressionanti che, dal basso, "Stop Vivisection" è riuscita ad ottenere in circa due anni.
Ora, al Parlamento Europeo sarà organizzata un'udienza dedicata. "Stop Vivisection" potrà quindi influenzare le attività delle istituzioni dell'UE, oltre che il dibattito pubblico.



LA PREMESSA: IL MODELLO ANIMALE NON HA VALORE SU UN'ALTRA SPECIE
E' ampiamente dimostrato che nessuna specie animale possa essere modello biologico per un'altra specie. Lo testimoniano testi scientifici importanti e numerose statistiche, di cui riportiamo solo alcuni esempi:
- The British Medical Journal (Pandora Pound, 30.5.2014) scrive: "se la ricerca fatta su animali continua a non riuscire a dare previsioni ragionevoli della risposta nella specie umana, l'approvazione e il finanziamento pubblico di tale ricerca preclinica appaiono molto fuori luogo."
- Su Nature, la rivista scientifica più importante del mondo: la sperimentazione animale viene chiamata "cattiva scienza" (T. Hartung, 10.11.2005) e "praticamente inutile" (T.Hartung, 7.8.2008).
- Il 92% dei farmaci che passano i test preclinici sugli animali non passa i test clinici sull'uomo. Dei rimanenti, il 51% ha effetti avversi gravi, non riscontrati in precedenza.
- L'81% degli effetti avversi gravi dei farmaci non viene rivelato dai test su animali.
- Il 75% della ricerca di base è su animali e porta a un risultato clinicamente utile solo nello 0,004% dei casi.
- Va pure ricordato che la sperimentazione animale non ha mai subito il processo di "validazione", che oggi viene giustamente richiesto per l'approvazione dei nuovi metodi d'indagine tossicologica. E che, nonostante ciò, i dati ottenuti sugli animali vengono ancora usati come "gold standard" proprio per l'approvazione di questi nuovi metodi d'indagine tossicologica.
LA RICHIESTA: SOSTITUZIONE NELL'UE DELLA RICERCA SU ANIMALI CON METODI MODERNI, SCIENTIFICI, BASATI SU DATI SPECIFICI PER LA SPECIE UMANA
L'attuale stato della salute umana è dunque imputabile non solo alla crescente diffusione delle sostanze chimiche (300 di esse si ritrovano nel corpo umano) ma anche all'impossibilità di valutarne e controllarne gli effetti, dovuta all'uso predominante dei test su animali. Il "modello animale" produce danno su tutti i fronti: nella ricerca biomedica destinata alla cura delle malattie e nella ricerca tossicologica, destinata alla prevenzione delle stesse. In entrambi i casi essa moltiplica il danno prodotto dalle sostanze chimiche e intralcia lo sviluppo dei metodi scientifici, basati su prove di evidenza. Molti metodi innovativi sono già disponibili. Ad esempio: organs-on-a-chip, bioreattori multicompartimentali modulari, co-colture integrate discrete multi organo, farmacogenomica, tossicogenomica, metodologie in vitro 3D e in silico avanzate, microarray, neuroimaging, microdosing, organi bioartificiali, virtual organs, cellule staminali, organoidi e modelli matematici. Negli USA i testing-robots forniscono - con tempi e costi ridottissimi - dati di gran lunga più affidabili e pertinenti, come pure le valutazioni tossicologiche di effetti combinati di numerose sostanze tossiche.
Per un'indispensabile progresso della UE, la pratica obsoleta e fallace della sperimentazione animale deve dunque cedere il posto ai metodi moderni, che sfruttano le straordinarie conquiste della scienza nei campi della genetica, dell'ingegneria molecolare e della biochimica.


lunedì 9 marzo 2015

Addio all'art.18!!!

I primi due decreti legislativi sul jobs act, quello che spazza via l'art.18 dello Statuto dei lavoratori attraverso il contratto a tutele crescenti e quello della Naspi, l'ammortizzatore sociale che dimentica ancora un bel numero di disoccupati privi di alcuna tutela, sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale.
E' scattato il via per la contrattazione del precariato. Il vecchio contratto a tempo indeterminato sostituito con l'ennesimo contratto di tipo precario: il cosiddetto contratto a tutele crescenti, per intenderci, quello che non consentirà nemmeno di avere mutuo.
I lavoratori hanno perso ufficialmente diritti come quello dell'art. 18 dello Statuto che prevedeva la reintegra dei lavoratori nel proprio posto di lavoro, in caso di licenziamento ingiustificato e disciplinare. Si potrà licenziare facilmente senza giusta causa e/o giustificato motivo in cambio di qualche migliaia di euro.
Per coloro che subiranno un licenziamento per motivi disciplinari, tra l'altro, sarà molto più difficile far valere i propri diritti di reintegra anche davanti al Giudice, al quale non sarà più consentito di valutare la proporzionalità tra la violazione del lavoratore e la sanzione (più alta) applicata dal datore, ossia il licenziamento.
Il nuovo ricatto di Renzi.
Non dimenticando il fatto che il Governo, disattendendo le richieste del Parlamento, ha esteso l'abrogazione dell'art. 18 anche anche per i licenziamenti collettivi, ovvero, nel caso in cui ci siano delle violazioni nelle procedure di licenziamento collettivo - come ad esempio le comunicazioni obbligatorie alle parti sociali e il rispetto dei carichi familiari - il lavoratore che prima aveva diritto ad essere reintegrato nel proprio posto di lavoro, ora può essere licenziato direttamente con un contentino economico.
Tutti a casa, se il datore decidesse di farlo.
Da ora in poi, si ufficializzano meno certezze, sicurezze e garanzie per i lavoratori che, dall'oggi al domani, potranno ritrovarsi senza alcun lavoro.
Ora più che mai c'é bisogno del reddito di cittadinanza del Movimento 5 Stelle per sostenere tutti coloro che perderanno il lavoro.


 

lunedì 2 marzo 2015

La Sanità sotto attacco ai tempi di Renzi

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I dati sulla sanità sono l'immagine più brutale delle politiche economiche suicide portate avanti anche dal Governo Renzi, in linea con le folli direttive europee di tagli e sacrifici. Il declino iniziò con il primo scudiero dell'austerità europea, quel Monti oggi quasi dimenticato che nel 2012 dichiarò l'insostenibilità del nostro sistema sanitario, a meno di trovare "altre forme di finanziamento" (leggi privatizzazione). Con molta meno franchezza, ma altrettanta decisione, Renzi prosegue nella stessa direzione: togliere l'erba sotto i piedi alla sanità pubblica.
L'ultimo rapporto sulla sanità, di De Ioanna e Fantozzi, segnala con numeri da tragedia quello che ormai è evidente a sempre più cittadini: le risorse diminuiscono, i posti letto anche, mentre esplodono le diseguaglianze regionali.
Prima di ogni altro dato è significativo quello sulla spesa pubblica in rapporto al Pil. Mentre la media Ue per il settore sanitario è all'8,7% del Pil, l'Italia si attesta ad un magrissimo 7%, quando solo nel 2012 era al 9,2%. Si tratta di circa 30 miliardi di euro in meno in soli 2 anni per finanziare un diritto scolpito nella nostra Costituzione.
Basti pensare che la spesa sul Pil in Francia è al 9,2%, in Gran Bretagna al 9,3%, in Germania è al 9,5%, in Olanda all'11% e in Irlanda addirittura al 15%, anche se ovunque è in calo, perché le folli politiche europee non risparmiano nessuno.
Come se non bastasse, in Italia ci si mette anche il divario Nord-Sud. Dai 2200 euro di spesa sanitaria pro-capite di Bolzano e della Valle d'Aosta si scende ai 1750 euro della Campania. Anche il capitolo dell'efficienza delle strutture sanitarie segue la stessa tendenza. Il rapporto segnala che in Calabria il 73% delle attese agli sportelli Asl è superiore ai 20 minuti, mentre il dato cade al 19% a Bolzano, con il Lazio al 65% e la Sicilia al 69%. Si distingue su tutti il dato sulla mortalità infantile, che nel Mezzogiorno fa segnare addirittura un +30% rispetto al Nord.
Il rapporto Ocse del 2014 completa un quadro dalle tinte troppo fosche. L'Italia, con 6,4 infermieri ogni 1000 abitanti si posiziona ampiamente sotto la media Ocse (8,8) e lo stesso vale per i posti letto: 3,4 ogni 1000 abitanti, contro la media Ocse a 4,8. Di nuovo a colpire è la dinamica italiana: nel 2002 nel nostro Paese i posti letto erano 4,7 ogni 1000 abitanti, in perfetta media.
Tra un caso di malasanità e l'altro si inserisce l'azione di Renzi. I 4 miliardi di tagli alle Regioni imposti nella finanziaria andranno a pesare per forza di cose sul sistema sanitario, che copre la grandissima parte delle spese regionali.
D'altra parte se è vero che le Regioni spesso e volentieri alimentano sprechi inaccettabili, anche e soprattutto nel settore sanitario, ci si dovrebbe chiedere perché questo scellerato Governo ha spostato ancor più le competenze in materia agli stessi Enti locali che dice di voler mettere in riga. Tagli e decentramento, quando ad un'Italia spaccata in due servirebbe l'intervento di un Governo coraggioso liberato dalle catene dell'euro e dei vincoli europei.

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domenica 1 marzo 2015

M5S, ecco le nostre 7 soluzioni per la scuola

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Edilizia scolastica, reclutamento dei docenti, no alle classi pollaio, limitazione dei contributi volontari, update dell'istruzione, salute degli studenti, lotta ai diplomifici e stop ai fondi statali per le scuole paritare. Sono le "Sette soluzioni per la scuola" del Movimento 5 Stelle.
Si tratta di soluzioni concrete per il mondo dell'istruzione che esprimono una visione più duratura e strutturale rispetto a quella contenuta nel Decreto sulla scuola, prossimo ad andare in Consiglio dei Ministri. Anzi, il piano va ad aggredire proprio quelle lacune che, a quanto sembra, la Buona Scuola di Renzi non riuscirà a colmare. Per tutti i temi è stata presentata una proposta di legge o sono stati presentati-approvati atti parlamentari (risoluzioni, emendamenti).

martedì 24 febbraio 2015

L'Europa si scopre euroscettica!!!

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L'ultimo sondaggio su euro e Ue dell'istituto Demos, che sarà presentato oggi alle 16 alla Camera dei deputati, è interessante per diversi motivi. Innanzitutto conferma che nell'eurozona l'Italia è il secondo Paese più euroscettico con solo il 27% di intervistati fiduciosi sulla Ue e ben il 30,5% favorevoli senza se e senza ma ad un'uscita dall'euro. La percentuale sale al 46,2% per gli elettori del M5S, forza politica in assoluto più convinta dell'uscita dall'euro.
Può sorprendere invece il fatto che il primo paese euroscettico sia la Germania, con il 36,8% di favorevoli all'uscita immediata. In realtà il motivo è semplice. Milioni di lavoratori tedeschi hanno visto un crollo dei salari reali durante il quindicennio dell'euro e dopo la crisi del 2008 l'economia tedesca arranca. Precarizzazione del lavoro (i famosi minijobs), salari in calo, Pil fermo, crediti verso il Sud Europa a forte rischio. Un progetto suicida come l'euro alla lunga trascina nel baratro anche chi grazie ad esso ha accumulato ingenti avanzi commerciali. Sia per i lavoratori sottopagati che per i creditori la moneta unica è diventata nel tempo un enorme ostacolo.
Altro dato notevole è che circa un intervistato su due, in Italia come in Germania, Francia e Spagna, riconosce i gravi problemi dell'euro ma teme gli effetti dell'uscita. L'Unione Europea è costruita sul terrorismo mediatico e sull'assuefazione dei cittadini europei ad un governo di burocrati non eletti. Anche solo per questo non può e non deve durare.
Infine, il dato più indicativo. Nei due Paesi fuori dall'euro presi a modello, Polonia e Gran Bretagna, la stragrande maggioranza degli intervistati è contraria ad un eventuale ingresso nell'euro. Il 70,9% in Polonia e l'83,6% in Gran Bretagna, con il 91,7% degli elettori Ukip (il partito di Farage) che rispondono un secco NO all'ipotesi di adottare la moneta unica.
Al di là dei rilievi tecnici, che dimostrano l'insostenibilità dell'euro, le autorità nazionali ed europee dovrebbero ragionare su questo sempre più diffuso sentimento di rifiuto dei cittadini. Da una moneta suicida si può uscire con razionalità o in preda al caos, e nella seconda ipotesi ci perdono tutti. Continuare a spingere sulla retorica neoliberista dei tagli allo Stato sociale, della "flessibilità" del lavoro e dei sacrifici è la via più rapida per un'implosione disastrosa.
Il M5S, a differenza del Pd renziano, lavora ogni giorno perché a prevalere sia una soluzione condivisa, almeno dai Paesi del sud. Uscire dall'euro si può, basta uccidere il dio dell'austerità e tornare a decidere del nostro futuro. #fuoridalleuro

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giovedì 19 febbraio 2015

Scuola, sulle assunzioni dei docenti Renzi mentiva!!!!!!

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Il piano di assunzioni per 150 mila insegnanti precari quasi certamente non si esaurirà a settembre 2015, ma verrà spalmato negli anni successivi. Dunque, non era vero quello che Renzi sbandierava il 3 settembre 2014, giorno del lancio della Buona Scuola, quando il presidente del Consiglio affermava che nell'anno scolatico 2015-2016 sarebbero stati assunti 150 mila insegnanti.
A parlare e a farsi belli si fa presto. Poi, quando bisogna andare al dunque, le cose troppo spesso cambiano. E così siamo passati dalle assunzioni "nel" 2015 al "dal" 2015.
Questo e altro lo abbiamo capito ieri, durante un lungo incontro con il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, nel corso del quale le abbiamo anche illustrato il nostro progetto sul reclutamento scolastico (tanto per rispondere subito a chi ci dice che non siamo propositivi o non ci confrontiamo): la proposta di legge a prima firma Silvia Chimienti.
Quello con Giannini è stato un confronto civile, a tutto campo, nel corso del quale abbiamo chiaramente capito che le assunzioni saranno spalmate in più anni. Non solo, il Miur sta ultimando il censimento degli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e questo è un provvedimento con il quale concordiamo - la stessa misura è contenuta anche nella nostra Pdl sul reclutamento docenti -. Ci sembra assurdo però che, a una settimana dal varo del Decreto sulla scuola, previsto per il 27 febbraio,il ministero non abbia ancora dati ufficiali.
Questo modo di fare frettoloso è la conseguenza di governo che, invece di procedere per gradi, lasciando al Parlamento il diritto di svolgere il suo ruolo legislativo, si muove a colpi di decreti. Renzi fissa una data nella quale lanciare il suo spot e gli altri, i suoi, tutti a corrergli dietro.
Durante l'incontro di ieri abbiamo notato da parte del Miur idee confuse anche sulla platea degli interessati al piano assunzioni: si sta riflettendo anche sulla possibilità di aprire agli abilitati delle graduatorie d'istituto con 36 mesi di servizio. Anche qui, troppa fretta e troppo poco tempo.
Per quanto ci riguarda, al ministro abbiamo  illustrato le caratteristiche della nostra proposta di legge, che prevede dal 2015 al 2020 un piano quinquennale di assunzioni dei circa 300 mila docenti in graduatoria ad esaurimento e abilitati delle graduatorie d'istituto - da realizzare tramite l'ampliamento degli organici - attraverso la cancellazione della norma Tremonti-Gelmini -, la fissazione del numero massimo di alunni per classe a 22, la reintroduzione del tempo pieno nella scuola primaria e incentivi al part-time per i docenti con più di 25 anni di anzianità di servizio. Poi, dal 2020, dovrebbe essere applicato un nuovo, rivoluzionario sistema di formazione e reclutamento, che impedisca il ricrearsi delle sacche di precariato.
Per essere portato a termine il nostro il provvedimento richiede  più anni rispetto alla Buona Scuola, ma coinvolge una platea più ampia di insegnanti oggi precari e risponde a un progetto più organico e strutturato.
Come spesso succede, fare le cose per bene richiede tempo. Quello che Renzi non intende perdere : lui i frutti li vuole raccogliere tutti e subito. Poi, domani, si vedrà.

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lunedì 16 febbraio 2015

Trivelle in Adriatico: ecco la nostra lettera alla Croazia, aiutaci a diffonderla!!!

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Il loro mare è il nostro mare. Le loro trivelle arriveranno vicino a noi. Addirittura, costituiscono un rischio, già oggi, quando il progetto è solo sulla carta. La Croazia si appresta a dare concessioni petrolifere nel 90% delle loro acque. Un'invasione di piattaforme per la ricerca di petrolio e gas che lambirà per forza anche noi.
Entro oggi l'Italia avrebbe potuto dire qualcosa, sollevare un sopracciglio, nel dibattito pubblico aperto dai nostri vicini di casa. Come se i pescatori che subiranno le conseguenze di questa scelta non fossero affare nostro. Come se l'Adriatico non fosse anche roba nostra. Il governo poteva fare qualcosa ma non l'ha fatto.
Noi del Movimento 5 Stelle abbiamo preso l'iniziativa in tutte le sedi possibili. Innanzitutto istituzionali: una risoluzione in commissione Ambiente della Camera, a prima firma di Patrizia Terzoni su iniziativa della deputata veneta Silvia Benedetti e un'interrogazione urgente al Senato (di Gianluca Castaldi e Gianni Girotto) in cui prospetta addirittura l'apertura di un contenzioso con il governo croato. Ci sono ormai evidenze scientifiche che le piattaforme a mare rilasciano "fluidi di perforazione e scarti metallici, che includono sostanze tossiche, fra cui cromo, mercurio e benzene", direttamente nelle acque marine. Basterebbe questo per bloccare la follia delle perforazioni nell'Adriatico.

Ma è una follia che non si ferma.

E allora siamo andati oltre.
Abbiamo scritto una lettera aperta al mondo della cultura, dello sport, della vita politica croata. Abbiamo interpellato albergatori, comunità di pescatori, associazioni turistiche: la Croazia ha 12 milioni di turisti l'anno, moltissimi dei quali italiani. Loro dovranno saperlo, cosa c'è nell'acqua nella quale amano tuffarsi e a quale rischio quel Paese famoso per il mare cristallino sta sottoponendo quello stesso mare.
Scaricate la lettera, inviatela e fate sapere cosa succede a pochi metri dalle nostre coste. Sollecitate i presidenti di Regione, ditelo ai vostri amici che andranno in vacanza nelle isole croate: non abbandoniamo il nostro mare!
Scarica la lettera in croato
Scarica la lettera in italiano
Scarica la lettera in inglese




domenica 15 febbraio 2015

Sogno di una notte a 5 stelle!!!

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La nostra sarebbe stata un'altra notte. Per voltare pagina, finalmente.
Una notte in cui il Pd non si prende a calci e pugni con le opposizioni, una notte in cui Renzi rinuncia a fare lo spaccone, guarda negli occhi gli italiani e ammette candidamente la realtà dei fatti.
Vale a dire che la maggioranza di governo ieri ha bocciato tre nostre proposte sacrosante, dei cittadini e per i cittadini:
1) Abbiamo chiesto l'abolizione dei vitalizi per i parlamentari condannati. Renzi e i suoi hanno detto no!
2) Abbiamo chiesto il dimezzamento dello stipendio di deputati e senatori. I nostri sono i più pagati d'Europa e percepiscono 16mila euro al mese, mentre un giovane su due oggi in Italia non ha un posto di lavoro. Renzi e i suoi hanno detto no!
3) Abbiamo chiesto l'introduzione del referendum propositivo, quindi permettere ai cittadini di proporre direttamente una legge e votarla loro stessi. L'antologia della democrazia. Renzi e i suoi hanno detto no!
In compenso hanno intrapreso una maratona per trasformare il Senato in una zona franca di 100 politici nominati dai partiti con bonus immunità, svuotati di ogni prerogativa tranne quella di percepire lo stipendio.
Noi, ieri, siamo tornati a gridare "onestà" in aula, il vicepresidente Giacchetti ci ha definito "antidemocratici". Sembra un'opera di Kafka e invece no, è l'Italia. La loro, non la nostra.
Ma noi questo Paese ce lo riprenderemo. Insieme ai cittadini!

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venerdì 13 febbraio 2015

TUTTA LA VERITA' SULLE ARMI NUCLEARI CHE MINACCIANO IL MONDO!!!

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BASTA UNA MICCIA PER ACCENDERE UN INFERNO. Margareth Thatcher lo sapeva bene quando nel 1983 chiamò direttamente la Casa Bianca per dire "mai più". Mai più esercitazioni militari modello "Operation Able Archer", talmente realistiche e potenti che i servizi segreti sovietici pensavano fosse imminente un attacco nucleare sul loro territorio. Nel 1983 il mondo si trovò a un soffio da una guerra nucleare...

Quante altre micce sono sparse nel mondo di oggi? L'Ucraina e la Siria, le armi di distruzione di massa sempre più intelligenti, la disintegrazione degli Stati nazionali, il fanatismo delle religioni, le sempre più frequenti calamità naturali, la crisi economica infinita che spinge all'emigrazione di massa, le nuove tecnologie super invasive. Ognuno di questi fattori può rappresentare un casus belli.

Quest'anno ricorrono il 70esimo anniversario della fondazione dell'Onu e il 45esimo dell'entrata in vigore del "Trattato di non proliferazione nucleare" (TNP). L'occasione per il disarmo potrebbe essere la conferenza di revisione del TNP che si terrà dal 27 aprile al 22 maggio al Palazzo delle Nazioni Unite a New York. Le premesse, però, non sono buone perché il TNP ha cambiato pelle rispetto alle origini e oggi concede a soli 5 Stati la possibilità di mantenere legalmente un arsenale nucleare. Stati Uniti e Russia, con circa 15.000 armi nucleari, possiedono circa il 93 per cento dell'arsenale del mondo e non fanno nulla per ridurle. Questa sorta di cristallizzazione degli interessi tra l'altro non tiene in considerazione delle altre potenze nucleari: India, Pakistan, Israele che già oggi sono potenze nucleari.

Anche se, all'inizio del 2009, Barack Obama aveva annunciato il suo "impegno a cercare la pace e la sicurezza di un mondo senza armi nucleari", il governo degli Stati Uniti ha stanziato 355 miliardi dollari in 10 anni per una ristrutturazione massiccia delle proprie centrali nucleari. Il Pentagono ha pianificato l'acquisto di 12 nuovi sottomarini, 100 nuovi bombardieri e 400 missili, tutti nucleari.

Putin non è da meno e ha investito miliardi di rubli per dotare la Russia di giganti sottomarini di ultima generazione in grado di attraversare l'oceano Atlantico con i propri missili nucleari. Un articolo pubblicato lo scorso novembre dal quotidiano "Pravda" rivelava: "La Russia prepara una sorpresa nucleare per la Nato".

Infine, l'assurdo. Nonostante l'Italia sia un Paese denuclearizzato custodisce ancora 70 ordigni nucleari statunitensi, dei 180 schierati in tutta Europa. Secondo una ricerca della Federation of American Scientists l'Italia è inoltre l'unico Paese europeo con due basi atomiche: quella dell'Aeronautica militare di Ghedi e quella statunitense di Aviano (Pordenone).

Il Movimento 5 Stelle ha un imperativo categorico: DISARMARE IL MONDO. Iniziamo dall'Europa.

Ascolta il video dell'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Fabio Massimo Castaldo che spiega cosa può fare l'Europa per impedire una escalation nucleare.